Colecistectomia risarcimento: errori di malasanità

Colecistectomia risarcimento

Colecistectomia risarcimento: quando un intervento di colecistectomia non viene eseguito in maniera adeguata e non viene seguito il protocollo, si può andare incontro a gravi conseguenze. In alcuni casi è possibile richiedere, e ottenere, un risarcimento danni.

In caso di colelitiasi sintomatica, oggi, ci si affida quasi sempre ad interventi di colecistectomia laparoscopica (rimozione della cistifellea attraverso 4 fori di circa un centimetro di diametro) che, però, ha un rischio di complicanze elevato rispetto all’intervento tradizionale, ovvero la colecistectomia laparotomica (rimozione della cistifellea mediante taglio e apertura dell’addome).

Quando il chirurgo rimuove la cistifellea deve recidere il dotto cistico, che viene prima sigillato mediante una clip in modo che la bile non fuoriesca e si versi sullo stomaco al momento del taglio.

Questa procedura va a buon fine se il chirurgo presta attenzione a cosa taglia e dove cuce, individuando sia il dotto cistico che l’arteria cistica, ma anche e soprattutto i vasi sanguigni e la vena porta.

La colecistectomia laparoscopica è spesso associata ad errori medici che compromettono la qualità di vita (ad esempio quando viene reciso il dotto biliare anziché quello cistico) e in alcuni casi addirittura la vita stessa del paziente. È il caso del familiare di un nostro assistito, che si è rivolto a noi per ottenere un risarcimento danni per malasanità; la vittima infatti, sottopostasi ad intervento di colecistectomia, è deceduta per gravi complicanze insorte durante l’operazione.

Colecistectomia effetti collaterali: lesioni dei vasi sanguigni

Uno dei maggiori pericoli della colecistectomia, soprattutto di quella di tipo laparoscopico, è costituito dalle emorragie, poiché anteriormente all’albero biliare sono collocati molti grandi vasi sanguigni che non hanno un numero e una posizione costante in tutti gli esseri umani, per cui il rischio di reciderli è molto alto.

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C’è un vaso sanguigno che in particolare viene incontrato più di frequente: l’arteria pancreaticoduodenale posteriore superiore, anteriore alla parte retroduodenale del dotto biliare comune.

Un’altra complicanza grave sono le lesioni alla vena portale o alla vena cava inferiore che, qualora vengono intaccate, devono essere riparate immediatamente.

Altre complicanze possono essere:

  • emorragia da vene del letto colecistico o da vene del dotto biliare comune;
  • ischemia al fegato da legatura accidentale dell’arteria epatica destra (infatti una modifica nell’apporto di sangue del dotto biliare comune può causare ischemia);
  • legatura dell’arteria cistica o dei suoi due rami (anteriore e posteriore), vicino alla parete della colecisti.

Qualora si verifichino queste condizioni ci troviamo già in condizione di malasanità, che si aggrava laddove il chirurgo non abbia tempestivamente diagnosticato e trattato la lesione causata dal suo stesso errore. Addirittura in alcuni casi il chirurgo non riesce a rilevare l’errore, oppure lo prende sottogamba e non converte l’intervento da colecistectomia laparoscopica a colecistectomia laparotopica.

Colecistectomia risarcimento: morire per malasanità

Il signor B.F., che all’epoca dei fatti descritti era appena settantenne, iniziò a sperimentare sintomi strani, quali bruciori di stomaco, prurito sul corpo e un colorito della pelle giallognolo. Così si è rivolto al medico di famiglia che ha prescritto degli esami di laboratorio. Gli esiti (ittero e ipertransaminasemia) hanno indotto il medico a prescrivere il ricovero immediato in ospedale, che ha avuto la durata di 2 settimane, durante le quali al paziente è stata diagnosticata una calcolosi della colecisti con colecistite acuta ed ostruzione delle vie biliari. Così il signor B.F. è stato inserito in lista d’attesa per l’intervento di colecistectomia e, intanto, gli era stata prescritta una terapia farmacologica e una dieta alimentare specifica.

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Tre mesi dopo il paziente è stato ricoverato per le indagini propedeutiche per l’intervento di colecistectomia laparoscopica che avrebbe affrontato il giorno dopo. L’intervento si è poi tramutato in colecistectomia laparotomica (con taglio e apertura dell’addome), per via di complicanze emorragiche.

Difatti l’intervento si è protratto ben oltre il tempo solitamente necessario per questo tipo di operazioni, ovvero circa 4 ore e mezza. Al termine dell’intervento il signor B.F. è stato posto, inaspettatamente per la famiglia, in terapia intensiva e, qualche giorno dopo, è stato addirittura trasferito di ospedale presso un’Unità di Chirurgia Epato-Biliare a causa di lesioni gravissime.

Presso il nuovo ospedale il paziente venne sottoposto ad una TAC al torace e all’Addome che confermò l’ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche, per cui il giorno dopo si dovette eseguire un intervento di laparotomia esplorativa urgente che mostrava gravissime lesioni iatrogene post-colecistectomia.

Ciò che si scoprì fu incredibile: la vittima aveva subito una legatura totale e la sezione della vena porta e della via biliare principale, la legatura e la sezione dell’arteria epatica alla biforcazione, e la perforazione del colon con iniziale peritonite stercoracea.

Purtroppo la vicenda si è conclusa nel peggiore dei modi: il signor B.F. è stato trasferito in Rianimazione ma, per via di insufficienza epatica, non ha mai ripreso conoscenza ed è deceduto il mattino dopo.

Colecistectomia laparoscopica e lesioni, le cause

Se un chirurgo commette uno o più dei seguenti errori, quasi sempre si incorrerà in una lesione:

  • Piano di dissezione troppo profondo sul letto fegato.
  • Errata identificazione del dotto aberrante destro in luogo del dotto cistico.
  • Errata identificazione dei dotti biliari in luogo del dotto cistico.
  • Errata identificazione del dotto biliare comune il luogo del dotto cistico.
  • Uso imprudente di energia termica al fine di sezionare, controllare il sanguinamento, o dividere i tessuti.
  • Incompleta occlusione del dotto cistico.
  • Uso imprudente di clip per controllare il sanguinamento.
  • Lesioni causate da tecniche di esplorazione duttale improprie.
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