Un errore medico nella diagnosi, ovvero una gravidanza extrauterina non riconosciuta, ha cambiato la vita di Luana. Scopri come riconoscere i segnali, quali sono i diritti del paziente e come ottenere un risarcimento per malasanità.
Introduzione
La gravidanza extrauterina è una condizione potenzialmente letale se non riconosciuta in tempo. Ma cosa succede quando un errore medico impedisce una diagnosi tempestiva? In questo articolo scoprirai i segnali da non ignorare, i rischi di una gravidanza ectopica non riconosciuta e come ottenere un risarcimento in caso di malasanità.
Una diagnosi errata può avere conseguenze molto gravi, specialmente quando si tratta di una gravidanza extrauterina. È il caso di Luana, una donna che si è recata in ospedale con forti dolori addominali, giramenti di testa e nausea persistente, sintomi compatibili con una gravidanza ectopica.
Durante la visita, i medici hanno eseguito un’ecografia che non mostrava una chiara camera gestazionale nell’utero, un campanello d’allarme che avrebbe dovuto far sospettare un impianto anomalo della gravidanza. Tuttavia, invece di approfondire il quadro clinico, hanno rassicurato Luana e l’hanno dimessa senza indicazioni precise. Non solo: quando la donna ha chiesto se fosse sicuro affrontare un imminente viaggio di lavoro, i medici l’hanno tranquillizzata, escludendo rischi per la sua salute.
Pochi giorni dopo, mentre si trovava lontana da casa, Luana ha accusato un dolore lancinante ed ha avuto un improvviso collasso, segni di un’emorragia interna massiccia. Portata con urgenza in ospedale, i medici hanno scoperto che l’embrione si era impiantato nella cavità addominale, una forma rara e pericolosa di gravidanza extrauterina. L’emorragia era talmente grave che i chirurghi, per salvarle la vita, hanno dovuto rimuovere l’intero utero, compromettendo per sempre la sua possibilità di avere figli.
Indice dei Contenuti
- Gravidanza addominale
- Gravidanza extrauterina non riconosciuta: errore medico della struttura sanitaria
- Quali sono i passaggi per ottenere il risarcimento?
- Quanto tempo ho per richiedere un risarcimento per malasanità?
- Conclusione
1.Gravidanza addominale
La gravidanza addominale è un tipo di gravidanza extrauterina (ectopica). Tutte le gravidanze extrauterine si verificano quando l’embrione si impianta al di fuori della cavità uterina rendendo impossibile il suo sviluppo in una gravidanza vitale. La gravidanza addominale rientra in questa categoria, ma è molto più rara e pericolosa rispetto alle altre tipologie.
1.1 Classificazione della gravidanza extrauterina
A seconda della sede in cui avviene l’impianto anomalo, si distinguono diverse tipologie di gravidanza extrauterina:
✔ Gravidanza tubarica (95% dei casi) → È la forma più comune e si verifica quando l’embrione si annida in una delle tube di Falloppio, che non sono strutturate per supportare la crescita fetale. Se non riconosciuta per tempo, può portare alla rottura della tuba e un’emorragia interna pericolosa per la vita della madre.
✔ Gravidanza ovarica → In questo caso, l’embrione si impianta direttamente sulla superficie dell’ovaio. È una rara condizione e difficile da diagnosticare perché può simulare cisti ovariche o altre patologie ginecologiche.
✔ Gravidanza cervicale → L’impianto avviene nella cervice uterina, la parte inferiore dell’utero. Poiché questa zona è altamente vascolarizzata, una gravidanza cervicale può causare gravi emorragie e richiedere interventi tempestivi per prevenire complicanze.
✔ Gravidanza addominale → È la forma più rara ma anche una delle più pericolose. L’embrione si annida all’interno della cavità addominale, impiantandosi su organi come intestino, fegato, milza o omento. Poiché la cavità addominale non è un ambiente adatto allo sviluppo fetale, questa condizione comporta un altissimo rischio di emorragia massiccia, compressione degli organi interni e gravi complicanze per la madre. In alcuni casi estremi, può essere necessario un intervento chirurgico d’urgenza con asportazione di organi coinvolti.
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1.2 Danni da gravidanza addominale
Se non diagnosticata e trattata tempestivamente, la gravidanza addominale può causare danni gravissimi alla madre, tra cui:
Emorragia interna massiva
L’embrione cresce attaccandosi agli organi addominali che non sono strutturati per supportare una gravidanza e presentano molti vasi sanguigni. Pertanto, man mano che il feto si sviluppa, può portare alla rottura di questi vasi e causare sanguinamenti potenzialmente fatali.
Rottura di organi interni
L’embrione può crescere vicino ad organi vitali e, esercitando pressione su di essi, può causarne la perforazione o la rottura. Questo può portare a peritonite (un’infiammazione grave dell’addome), insufficienza d’organo e shock settico.
Difficoltà respiratorie e compressione degli organi
Man mano che l’embrione cresce, può comprimere stomaco, polmoni ed intestino, causando nausea persistente, difficoltà nella digestione, problemi respiratori e dolore intenso.
Necessità di intervento chirurgico invasivo
Se la gravidanza addominale viene scoperta troppo tardi, l’unico trattamento è la chirurgia d’urgenza per rimuovere il feto e fermare l’emorragia. In molti casi, è necessario asportare l’utero (isterectomia) e altri organi danneggiati, con conseguente infertilità permanente.
Morte materna
Se non trattata, la gravidanza addominale ha un altissimo tasso di mortalità. Senza una diagnosi tempestiva, l’emorragia interna può diventare fatale prima che si riesca a intervenire.
Perché è fondamentale una diagnosi precoce?
Se i medici sospettano una gravidanza extrauterina ma non trovano l’embrione nell’utero o nelle tube, devono eseguire esami approfonditi per individuare un impianto anomalo.
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2. Gravidanza extrauterina non riconosciuta: errore medico della struttura sanitaria
Il caso di Luana rappresenta un chiaro esempio di errore medico dovuto a negligenza, imprudenza e imperizia nella gestione di una gravidanza extrauterina. Nonostante la paziente presenti sintomi tipici di una gravidanza ectopica, come forti dolori addominali, giramenti di testa e nausea persistente, i medici hanno sottovalutato la gravità della situazione, dimettendola senza eseguire approfondimenti diagnostici adeguati.
2.1 Diagnosi iniziale errata
Uno degli errori più gravi è stato non riconoscere l’assenza di una camera gestazionale nell’utero durante l’ecografia. Questo avrebbe dovuto far scattare immediatamente il sospetto di una gravidanza extrauterina, inducendo i sanitari a disporre un monitoraggio ravvicinato e ulteriori accertamenti, come il dosaggio seriale delle beta-HCG ed un’ecografia transvaginale più approfondita.
Non solo l’ospedale ha fallito nel diagnosticare tempestivamente la condizione di Luana, ma ha anche agito con imprudenza rassicurandola sul suo stato di salute. Il fatto che i medici hanno escluso ogni rischio e hanno addirittura autorizzato la paziente a partire per un lungo viaggio di lavoro dimostra una gestione superficiale del caso, senza alcuna attenzione alle potenziali complicanze.
Il risultato di questa grave negligenza è stato drammatico: mentre si trovava lontana da casa, Luana ha subito una rottura uterina con emorragia interna massiccia, dovuta all’impianto anomalo della gravidanza nella cavità addominale. Se la diagnosi fosse stata fatta per tempo, la paziente avrebbe potuto evitare la progressione della gravidanza e il rischio di emorragia.
A causa della grave emorragia interna, Luana ha perso una quantità massiccia di sangue, entrando in uno stato di shock emorragico che ha richiesto un ricovero successivo in terapia intensiva.
2.2 Isterectomia d’urgenza
Quando è arrivata d’urgenza in ospedale, i medici hanno riscontrato una perdita di sangue tale da mettere a rischio la sua vita. L’embrione impiantato nella cavità addominale aveva compromesso i vasi sanguigni dell’utero e degli organi circostanti, causando un sanguinamento incontrollabile. Per arrestare l’emorragia e stabilizzare le sue condizioni, i chirurghi hanno dovuto rimuovere l’utero (isterectomia), in quanto i danni ai tessuti erano irreversibili ed ogni tentativo di conservare l’organo sarebbe stato troppo rischioso.
Nonostante il ritardo diagnostico iniziale, Luana si è salvata grazie alla tempestività e alla competenza dei medici che l’hanno presa in cura lontano da casa. Se non fosse stata operata d’urgenza, l’emorragia avrebbe avuto esiti fatali. Tuttavia, l’errore medico commesso nella fase iniziale ha avuto conseguenze irreparabili sulla sua fertilità e sulla sua qualità di vita, trasformando un problema medico risolvibile in una condizione permanente. L’asportazione totale dell’utero (isterectomia) ha comportato l’impossibilità definitiva di avere figli, una conseguenza che si sarebbe potuta prevenire con una diagnosi tempestiva ed un trattamento adeguato.
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3.Quali sono i passaggi per ottenere il risarcimento?
Quando un errore medico provoca danni gravi e permanenti, come nel caso di Luana, ottenere un risarcimento è un diritto fondamentale per garantire il supporto economico necessario ad affrontare le conseguenze fisiche, psicologiche e patrimoniali subite. Tuttavia, per avviare una richiesta di risarcimento per malasanità, è necessario seguire un iter preciso, che prevede diversi passaggi legali e medico-legali.
1. Raccolta della documentazione medica
Il primo passo è raccogliere tutta la documentazione clinica relativa al caso, inclusi:
✔ Cartelle cliniche dell’ospedale
✔ Referti
✔ Eventuali dimissioni ospedaliere e prescrizioni mediche
✔ Relazioni mediche che attestano la compromissione della salute
Questa documentazione è fondamentale per dimostrare l’errore medico e il nesso causale tra la negligenza iniziale e il danno subito.
2. Perizia medico-legale
Una volta raccolti i documenti, è essenziale affidarsi a un medico-legale esperto in malasanità, che esaminerà le cartelle cliniche e stabilirà:
✔ Se i medici hanno commesso errori nella diagnosi o nella gestione della paziente.
✔ Se l’errore ha causato danni evitabili (in questo caso, la perdita dell’utero e la compromissione della fertilità).
✔ L’entità del danno subito e il valore del risarcimento spettante.
Questa perizia rappresenta la base su cui costruire la richiesta di risarcimento e sarà determinante in ogni fase della procedura legale.
3. Accertamento Tecnico Preventivo (ATP): il primo passo legale
Prima di iniziare una causa, la legge prevede la possibilità di un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), una procedura che consente di verificare la responsabilità medica senza dover affrontare un lungo processo.
✔ Un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), nominato dal tribunale, esamina la documentazione e scrive una perizia in cui definisce se c’è stato errore medico e quale danno ne è derivato.
✔ Se il danno viene riconosciuto, si può tentare una conciliazione con l’ospedale e la compagnia assicurativa della struttura per ottenere un risarcimento senza dover andare in giudizio.
✔ Se la conciliazione fallisce, si passa alla fase successiva.
4. Azione legale con ricorso 702-bis per il risarcimento
Se l’ATP non porta ad un accordo, si può avviare un ricorso per risarcimento danni tramite il procedimento 702-bis, che permette di ottenere una sentenza in tempi più rapidi rispetto ad una causa ordinaria.
✔ Gli avvocati presentano tutte le prove raccolte, comprese le perizie medico-legali.
✔ Il giudice valuta l’entità del risarcimento, considerando il danno biologico, morale, esistenziale e patrimoniale subito dalla paziente.
✔ In caso di esito positivo, l’ospedale o la compagnia assicurativa è obbligata a versare l’indennizzo stabilito.
5. Cosa può coprire il risarcimento?
Un risarcimento per errore medico non si limita solo a compensare il danno fisico subito, ma tiene conto di tutte le conseguenze sulla vita del paziente.
✔ Danno biologico: il peggioramento della salute di Luana a causa della perdita dell’utero e delle complicanze post-operatorie.
✔ Danno morale: la sofferenza psicologica legata alla perdita della fertilità e al trauma subito.
✔ Danno esistenziale: l’impatto che questa esperienza ha avuto sulla sua vita quotidiana e sulle sue prospettive future.
✔ Spese mediche: i costi sostenuti per cura, visite specialistiche, supporto psicologico e trattamenti post-operatori.
✔ Danno patrimoniale: eventuali perdite economiche dovute all’impossibilità di lavorare per un lungo periodo a causa delle complicanze post-intervento.
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4.Quanto tempo ho per richiedere un risarcimento per malasanità?
Il diritto di richiedere un risarcimento per errore medico non è illimitato, ma è soggetto a termini di prescrizione che variano in base al tipo di responsabilità coinvolta e alla data in cui il danno è stato scoperto. Per questo motivo, è fondamentale conoscere i tempi entro cui è possibile agire per non perdere il diritto al risarcimento.
Prescrizione del risarcimento per errore medico
La legge italiana prevede che il termine di prescrizione per un’azione legale in caso di malasanità dipenda dalla natura giuridica della responsabilità sanitaria:
✔ 10 anni per responsabilità contrattuale
Se l’errore medico è stato commesso da una struttura sanitaria pubblica o privata con la quale il paziente ha instaurato un rapporto di cura (ad esempio, un ricovero ospedaliero o una visita specialistica), si applica il termine di 10 anni dalla data in cui il paziente ha avuto conoscenza del danno.
✔ 5 anni per responsabilità extracontrattuale
Se l’errore medico è stato commesso da un professionista sanitario che operava in regime di libera professione e senza un rapporto contrattuale diretto con il paziente, il termine di prescrizione si riduce a 5 anni (in caso di familiari di un paziente deceduto).
✔ Termine per il risarcimento ai minori
Se il danno è stato subito da un neonato a causa di un errore medico alla nascita, i termini di prescrizione iniziano a decorrere dal compimento del 18° anno di età. Questo significa che un bambino danneggiato alla nascita ha tempo fino ai 28 anni per agire legalmente.
Quando decorre il termine di prescrizione?
Il termine di prescrizione non parte necessariamente dal momento in cui l’errore medico è stato commesso, ma dalla data in cui il paziente ha avuto piena consapevolezza del danno subito.
Ad esempio, nel caso di Luana, la scoperta del danno è avvenuta solo al momento dell’intervento d’urgenza, quando è stata diagnosticata la gravidanza extrauterina e si è resa necessaria l’asportazione dell’utero. In questo caso, il termine per richiedere il risarcimento partirà da quel momento.
Perché è importante agire tempestivamente?
Anche se il termine di prescrizione può sembrare lungo, è consigliabile agire il prima possibile per diversi motivi:
✔ Raccolta delle prove: Più tempo passa, più diventa difficile reperire la documentazione clinica e le testimonianze mediche necessarie per dimostrare l’errore sanitario.
✔ Maggiore probabilità di successo: Avviare la pratica per il risarcimento quando il caso è ancora recente permette di avere un quadro medico-legale più chiaro e aggiornato.
✔ Tempi della giustizia: Le procedure legali possono richiedere anni, quindi è meglio iniziare il percorso in anticipo per ottenere giustizia nel minor tempo possibile.
Come interrompere la prescrizione?
Se il termine di prescrizione sta per scadere, è possibile interromperlo inviando, tramite un legale, una diffida formale alla struttura sanitaria o al medico responsabile. Questo documento ha valore legale e blocca temporaneamente il decorso della prescrizione, consentendo di avviare l’azione legale senza perdere il diritto al risarcimento.
Se hai subito un errore medico e vuoi sapere se sei ancora nei termini per richiedere il risarcimento, contatta un avvocato esperto in malasanità per una valutazione immediata del tuo caso.
5.Conclusione
Il caso di Luana dimostra quanto un errore medico possa avere conseguenze irreversibili sulla vita di una persona. La diagnosi errata e la mancanza di tempestività nell’intervento hanno evitato per sempre la sua possibilità di avere figli, portandola subito un intervento chirurgico drastico che avrebbe potuto essere toccato con una gestione più attenta e scrupolosa.
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Author
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Prof. Dott. Giovanni de Felice Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Specialista in Endocrinologia e Sterilità Coniugale, Già docente presso la Scuola Medica Ospedaliera per la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, Già primario e responsabile del modulo di ostetricia presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma.