Danni da Travaglio Prolungato: Guida ai Diritti dei Pazienti 

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Il travaglio prolungato e l’arresto del travaglio sono due situazioni che possono presentarsi durante il parto e come ginecologo con oltre quarant’anni di esperienza ritengo che richiedano una profonda attenzione per questo motivo intendo guidarti nella comprensione di questi fenomeni che rientrano tra le complicazioni che una mamma, suo malgrado, può dover affrontare. È fondamentale che tu, come futura mamma, comprenda queste dinamiche per essere preparata a ogni evenienza durante il parto.

Argomenti trattati

  1. Differenze tra Prolungamento del Travaglio e Arresto del Travaglio
  2. Cause del Travaglio Prolungato e Arresto del Travaglio
  3. Possibili Danni da Travaglio Prolungato o Interrotto
  4. Posso Prevenire il Travaglio Prolungato e l’Arresto del Travaglio?
  5. Diagnosi di Travaglio Prolungato e Arresto del Travaglio
  6. Trattamento del Travaglio
  7. Guida Pratica al Travaglio: Comprendere la Terminologia Medica
  8. Cosa Fare in caso di Danni da Malasanità al Neonato

1. Differenze tra Prolungamento del Travaglio e Arresto del Travaglio

Il travaglio è un processo naturale ed è considerato normale quando le contrazioni uterine portano a una dilatazione progressiva della cervice, ossia il collo dell’utero. Durante la prima fase, nota come fase latente, il travaglio avanza lentamente, ma in modo costante. Questa fase prepara il corpo per la nascita imminente.

Una volta che la dilatazione cervicale supera i 4 cm, si entra nella seconda fase, la cosiddetta fase attiva del travaglio. Questa è una fase dinamica, caratterizzata da un avanzamento più rapido. È qui che il collo dell’utero si dilata di circa 1,2 cm all’ora per le nullipare (donne al primo parto) e di 1,5 cm per le pluripare (donne che hanno già partorito in precedenza). Questi dati sono fondamentali per monitorare il normale progresso del travaglio, ma sono in continuo divenire. Gli studi e le ricerche in campo medico hanno effettivamente portato a un continuo cambiamento e sviluppo delle conoscenze scientifiche. 

Basti pensare che fino a pochi decenni fa ci si basava ancora su uno studio degli anni 50 effettuato da un ostetrico americano, Emanuel Friedman, che scrisse delle linee guida secondo le quali la dilatazione del collo dell’utero sarebbe dovuta essere di 1 cm all’ora. La ricerca negli ultimi 20 anni, incluso uno studio dell’OMS di 10.000 donne in Nigeria e Uganda, ha mostrato come la velocità di progressione del travaglio può essere più lenta, senza mettere a rischio la salute della mamma e del bambino e dover necessariamente mettere in atto dei presidi per accelerare il travaglio, come la rottura delle acque e la somministrazione di ossitocina, che possono comportare delle complicazioni. Per un maggiore approfondimento leggi le Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Secondo l’OMS “Una soglia migliore è quella dei 5cm di dilatazione nelle prime 12 ore di travaglio per una donna al primo figlio e 10 ore nelle pluripare”. Ovviamente monitorando costantemente il benessere di madre e bambino.

Tuttavia, esistono situazioni in cui il travaglio non procede come previsto.

Parliamo di arresto del travaglio quando vi è una mancanza di progresso nella dilatazione cervicale e nella discesa del bambino nel canale del parto per almeno due ore consecutive. Questo può essere un segnale che il corpo della madre o il bambino potrebbero aver bisogno di assistenza medica aggiuntiva.

Si parla, invece, di travaglio prolungato quando la durata totale della prima e della seconda fase supera le 20 ore in una prima gravidanza e le 14 ore nelle gravidanze successive. Alcuni studi suggeriscono che il travaglio prolungato può variare tra le 18 e le 24 ore, e questo fenomeno è più comune nelle donne al primo parto, soprattutto in quelle con più di 35 anni. Queste informazioni sono fondamentali per valutare quando intervenire per assicurare la sicurezza di madre e bambino.

La gestione del travaglio prolungato o dell’arresto del travaglio richiede un approccio attento e personalizzato. Come ginecologo, è mia responsabilità valutare continuamente il benessere della madre e del feto, prendendo decisioni informate su eventuali interventi, come l’induzione del travaglio o il parto cesareo, se necessario. La comprensione e il monitoraggio di questi processi sono cruciali per garantire un parto sicuro e sano sia per la madre che per il neonato.

2. Cause del Travaglio Prolungato e Arresto del Travaglio

Nella mia esperienza ho osservato che il travaglio prolungato e l’arresto del travaglio possono derivare principalmente da due fattori critici: impedimenti meccanici e contrazioni inadeguate.

Presentazioni Anomale del Bambino

Danni da Travaglio Prolungato: Guida ai Diritti dei Pazienti 

Il posizionamento del bambino nel grembo materno gioca un ruolo chiave nel processo del travaglio. Normalmente, il bambino si posiziona longitudinalmente, con la spina dorsale allineata a quella della madre, in una postura flessa: mento sul petto e gambe e braccia piegate davanti. Il volto è generalmente rivolto verso la schiena della madre. Variazioni da questa postura, note come presentazioni anomale, possono complicare il travaglio. Ecco alcuni esempi:

Presentazione Podalica: Il bambino si posiziona con le natiche verso il canale del parto. Questo può richiedere un parto cesareo o, in alcuni casi, un parto vaginale assistito.

Presentazione Facciale: Qui, il bambino guarda verso l’addome della madre, una situazione che può richiedere un intervento medico.

Presentazione Deflessa della Testa: Se il collo del bambino è meno flesso, completamente dritto o esteso, può ostacolare il normale processo di parto.

Asinclitismo (Presentazione Obliqua della Testa Fetale): Il travaglio può essere rallentato o arrestato a causa di questa posizione irregolare del capo del feto.

Sproporzione Cefalo-Pelvica

 Si verifica quando la testa del bambino è troppo grande per passare attraverso il bacino della madre. Questo può essere causato da condizioni come il diabete gestazionale, che porta a macrosomia (peso del feto superiore a 4 kg o 4,5 kg). Altre condizioni, come l’idrocefalo (accumulo di liquido nel cervello del bambino), possono contribuire a questa complicazione. Inoltre, una pelvi materna di dimensioni ridotte o anomalie come l’esostosi pelvica (protuberanza ossea sulla pelvi) possono creare difficoltà nel parto.

Problemi con le Contrazioni Uterine

La causa più comune di travaglio prolungato o arresto del travaglio è l’attività uterina inadeguata. Un esempio tipico si verifica nelle gravidanze multiple o in caso di polidramnios (eccesso di liquido amniotico), dove il muscolo uterino può non contrarsi efficacemente. Tumori nella muscolatura uterina possono anche influenzare le contrazioni. In questi casi, la stimolazione uterina con farmaci può essere necessaria, ma è fondamentale monitorare da vicino per evitare contrazioni eccessive, che possono danneggiare il bambino. Se le contrazioni sono troppo frequenti, è vitale interrompere la somministrazione di tali farmaci.

Distocia del Collo dell’Utero o Stenosi Cervicale

Infine, la distocia del collo dell’utero o la stenosi cervicale, dove il collo dell’utero non si dilata adeguatamente, può essere una causa significativa di travaglio prolungato. Questo può essere dovuto a fibromi uterini, chirurgie precedenti come la conizzazione, o tumori.

3. Possibili Danni da Travaglio Prolungato o Interrotto

Basandomi sulla mia esperienza professionale, il travaglio prolungato o interrotto possono portare a diversi tipi di complicazioni sia per la madre che per il neonato. Ecco qui di seguito un elenco di possibili danni con una breve spiegazione per ciascuno:

  • -Distress Fetale: Durante un travaglio prolungato, il feto può subire stress dovuto a una ridotta ossigenazione. Questo può portare a un battito cardiaco irregolare del feto e, in casi gravi, a danni cerebrali o morte intrauterina.
  • -Lacerazioni del Tratto Genitale Materno: Un travaglio lungo e difficile aumenta il rischio di lacerazioni vaginali o cervicali. Queste possono variare da lievi a gravi, potendo richiedere interventi chirurgici per la riparazione e potendo causare emorragie.
  • -Sanguinamento Post-Partum: Il travaglio prolungato può portare a un tono uterino inadeguato dopo il parto, aumentando il rischio di emorragia post-partum, una delle principali cause di morbilità e mortalità materna.
  • -Infezioni: Il prolungato periodo di travaglio, specialmente se accompagnato dalla rottura prematura delle membrane, aumenta il rischio di infezioni intrauterine, come la corioamnionite, che può avere conseguenze gravi sia per la madre che per il neonato.
  • -Danno ai Nervi Pelvici: In alcuni casi, un travaglio prolungato può causare danni ai nervi pelvici, portando a problemi a lungo termine come l’incontinenza urinaria o fecale.
  • -Distocia di Spalla: Questa è una complicazione in cui le spalle del feto si bloccano dopo la testa è già uscita, aumentando il rischio di lesioni al plesso brachiale del neonato, fratture della clavicola o dell’omero, e in rari casi, ipossia.
  • -Depressione Neonatale: Un travaglio prolungato può portare a una ridotta ossigenazione del neonato, che può a sua volta causare depressione neonatale al momento della nascita, richiedendo spesso interventi di rianimazione.
  • -Sindrome da Aspirazione del Meconio: In risposta allo stress del travaglio prolungato, il neonato può espellere meconio nel liquido amniotico e aspirarlo nei polmoni, causando difficoltà respiratorie dopo la nascita.
  • -Sindrome da Distress Respiratorio Neonatale: Specialmente nei neonati pretermine, un travaglio prolungato può aumentare il rischio di sindrome da distress respiratorio, una condizione che richiede assistenza respiratoria intensiva.
  • -Cesareo d’Emergenza: A volte, un travaglio prolungato o interrotto richiede un cesareo d’emergenza per salvaguardare la salute di madre e bambino, che porta con sé rischi aggiuntivi associati all’intervento chirurgico
  • -Prolasso del Funicolo Ombelicale: Il prolasso del funicolo si verifica quando il cordone ombelicale scivola attraverso il canale cervicale nell’area vaginale (o addirittura sporge all’esterno della vagina) prima del parto del bambino. Questo può accadere durante il travaglio o dopo la rottura delle membrane, soprattutto se il feto non è completamente impegnato nel bacino materno.
  • Il prolasso del funicolo è pericoloso perché può causare una compressione del cordone, riducendo o bloccando il flusso di sangue ossigenato e nutrienti al feto. Questo può portare a una grave ipossia fetale e, se non trattato rapidamente, può rischiare la vita del feto.
  • Il trattamento immediato è fondamentale e spesso comporta l’intervento chirurgico, come un cesareo d’emergenza, per prevenire danni al neonato. 

4. Posso Prevenire il Travaglio Prolungato e l’Arresto del Travaglio?

Ecco una domanda a cui nella mia lunga carriera mi sono trovato più volte a dover rispondere. Ho visto molte future madri affrontare il travaglio e basandomi sulla mia esperienza, ecco alcuni consigli che posso darti per ridurre il rischio di un travaglio prolungato o l’arresto del travaglio:

  • -Stile di Vita Salutare: Mantenere un peso corporeo sano attraverso una dieta equilibrata e un regolare esercizio fisico può aiutare a prevenire complicazioni durante il travaglio. L’esercizio fisico, in particolare, può migliorare la forza e la resistenza necessarie per il travaglio.
  • -Monitoraggio Regolare: Visite prenatali regolari sono essenziali per monitorare la salute della madre e del feto. Questi controlli possono aiutare a identificare e gestire le condizioni che potrebbero portare a un travaglio prolungato, come la preeclampsia o la crescita fetale rallentata.
  • -Educazione Prenatale: Partecipare a corsi prenatali può fornire alle future madri informazioni utili sul processo del travaglio e del parto, inclusi i segni del travaglio prolungato o arrestato, e quando è necessario cercare assistenza medica.
  • -Smettere di Fumare e Ridurre l’Assunzione di Alcol: Fumare e consumare alcol possono aumentare il rischio di complicazioni durante il travaglio. È consigliabile smettere di fumare e limitare il consumo di alcol durante la gravidanza.
  • -Tecniche di Rilassamento e Gestione dello Stress: Tecniche come lo yoga, la meditazione e il training autogeno possono aiutare a gestire lo stress e a mantenere un buon livello di benessere mentale, che è importante per un travaglio sano.
  • -Conoscere le Proprie Opzioni: Essere informati sui diversi metodi di induzione del travaglio e sulle possibili procedure in caso di travaglio prolungato o arrestato può aiutare a prendere decisioni informate durante il parto.
  • -Consultare il Proprio Medico su Strategie Specifiche: Ogni gravidanza è unica, e ciò che è giusto per una persona potrebbe non esserlo per un’altra. Discutere con il proprio medico o ostetrica per sviluppare un piano di prevenzione personalizzato può essere molto utile.

5. Diagnosi di Travaglio Prolungato e Arresto del Travaglio

Nel contesto di un parto, è fondamentale riconoscere tempestivamente eventuali anomalie come il prolungamento o l’arresto del travaglio. Vediamo in modo chiaro e dettagliato come avviene questa diagnosi.

1. Identificazione di Segnali e Sintomi Specifici: Inizialmente, valutiamo la presenza di specifici segnali e sintomi che possono indicare un prolungamento o arresto del travaglio. Questi includono una progressione lenta della dilatazione o la mancanza di discesa del feto nel canale del parto nonostante contrazioni regolari.

2. Valutazione della Durata del Travaglio: È importante monitorare la durata del travaglio. In genere, per le primipare (donne al loro primo parto), il travaglio può durare più a lungo rispetto alle donne che hanno già partorito in precedenza.

3. Analisi delle Contrazioni Uterine: Un altro aspetto cruciale è la valutazione della frequenza e intensità delle contrazioni uterine. Contrazioni deboli o irregolari possono contribuire al rallentamento del progresso del travaglio.

4. Fasi del Travaglio secondo il Modello di Friedman: Per comprendere meglio, è utile riferirsi alle tre fasi del modello di travaglio di Friedman, ovvero

a. Fase Latente: Inizia con contrazioni uterine irregolari e una graduale dilatazione del collo dell’utero fino a 3-4 cm. Durante questa fase, la dilatazione avviene lentamente e può durare diverse ore.

b. Fase Attiva: Questa fase inizia quando il collo dell’utero è dilatato di 3-4 cm. Qui, la dilatazione procede a un ritmo più veloce, e il bambino inizia a scendere nel canale del parto. È essenziale che durante questa fase, il collo dell’utero si dilati in modo efficace e il bambino progredisca attraverso il canale del parto.

c. Fase di Espulsione: Il collo dell’utero è completamente dilatato, e si assiste alla nascita del neonato.

d. Fase di Espulsione della Placenta: Dopo la nascita del bambino, si verifica l’espulsione della placenta.

In ogni fase, come ginecologi, siamo attenti a riconoscere i segni di un possibile rallentamento o arresto del travaglio e interveniamo tempestivamente. Questo può includere l’uso di farmaci per aumentare la frequenza e l’intensità delle contrazioni, o in alcuni casi, la decisione di procedere con un parto cesareo per garantire la sicurezza della madre e del bambino.

6. Trattamento del Travaglio

Durante la delicata fase del travaglio è essenziale conoscere le opzioni di trattamento disponibili per garantire un parto sicuro e sano sia per la madre sia per il neonato. Esploriamo approfonditamente il trattamento del  prolungamento e arresto del travaglio, e conosciamo meglio le varie strategie mediche, dalle tecniche di stimolazione naturale alle procedure mediche come l’uso di ossitocina e l’amniotomia, fino agli interventi chirurgici come il parto cesareo. Questa guida è stata pensata per aiutarti a comprendere meglio ogni fase del processo e a prendere decisioni informate in collaborazione con il tuo medico di fiducia.

Ossitocina: Quando e Come Utilizzarla

L’ossitocina è frequentemente utilizzata in situazioni di travaglio prolungato o arresto del travaglio. In particolare, durante la fase attiva del travaglio, quando il collo dell’utero è dilatato di almeno 5-6 cm, l’ossitocina può essere somministrata per stimolare le contrazioni. Tuttavia, è essenziale capire che l’ossitocina non riduce automaticamente la probabilità di un parto cesareo o l’uso di strumenti come forcipe o ventosa ostetrica. Un uso eccessivo di ossitocina può portare a iperstimolazione dell’utero, che può avere effetti avversi sia sulla madre sia sul bambino.

Per questo, l’ossitocina deve essere usata con cautela e solo nei seguenti casi:

  • La madre non è nella prima fase del travaglio
  • Non c’è atonia uterina, preeclampsia, eclampsia o setticemia
  • Non vi sono controindicazioni per il parto vaginale, come herpes simplex, placenta previa, o prolasso del cordone ombelicale

Amniotomia: Quando è Necessaria

L’amniotomia, ovvero la rottura artificiale delle membrane, può essere praticata per accelerare il travaglio. Se vuoi approfondire l’argomento leggi le Linee Guida e Raccomandazioni AOGOI aggiornate al 2022, clicca sul Link. Questa procedura è sicura solo se:

  • La madre è nella fase attiva del travaglio (dilatazione oltre 4 cm)
  • Il bambino è in posizione corretta e non vi è rischio di prolasso del cordone ombelicale
  • La madre è a termine di gravidanza

Parto Operativo e Cesareo: Interventi Salvavita

Il parto operativo, con l’uso di strumenti come forcipe e ventosa, viene considerato quando il bambino mostra segni di sofferenza fetale o in presenza di sproporzione cefalo-pelvica. Questi strumenti, se usati correttamente, possono accelerare il parto vaginale evitando danni al bambino.

Secondo l’OMS, i tagli cesarei non dovrebbero mai superare il 10-15% in una struttura ospedaliera. Questa è ritenuta una soglia sicura per garantire la salute di mamma e bambino. “Quello che sta succedendo negli ultimi 20 anni è che stiamo registrando più interventi non necessari”, ha detto il Dr. Olufemi Oladapo, medico nel dipartimento della salute riproduttiva e della ricerca dell’OMS, riferendosi a tagli cesarei e iniezione intravenosa di ossitocina.

In alcune situazioni però, come nel casi di sofferenza fetale, rottura dell’utero o prolasso del cordone ombelicale, il parto cesareo diventa un intervento salvavita. È cruciale che la decisione di procedere al cesareo sia presa tempestivamente per prevenire danni irreversibili al bambino.

Monitoraggio Intensivo: Prevenire la Negligenza Medica

In situazioni di travaglio anormale, l’importanza di un monitoraggio intensivo e meticoloso non può essere sottolineata abbastanza. Questo monitoraggio dovrebbe includere:

– controllo del polso e della pressione sanguigna della madre: La pressione sanguigna e il polso sono indicatori chiave della salute cardiovascolare della madre. Variazioni in questi parametri possono essere segnali precoci di condizioni potenzialmente gravi, come la preeclampsia, che può mettere a rischio sia la madre sia il bambino

– controllo della dilatazione cervicale: La dilatazione cervicale, in particolare, offre informazioni preziose sul progresso del travaglio e deve essere monitorata attentamente per rilevare segni di prolungamento o arresto del travaglio

– controllo del battito cardiaco fetale: Allo stesso modo, il battito cardiaco fetale fornisce indicatori vitali della salute e del benessere del bambino. Variazioni nel ritmo o nella frequenza possono segnalare possibili complicazioni che richiedono interventi tempestivi.

Questi parametri sono fondamentali per valutare sia il benessere della madre sia quello del bambino durante il travaglio. La sorveglianza prepartum e intrapartum, o la loro esecuzione in modo inadeguato, può non solo compromettere la sicurezza di madre e bambino ma può anche essere considerata come un caso di negligenza medica.

7. Guida Pratica al Travaglio: Comprendere la Terminologia Medica

Capisco che alcuni termini medici e concetti che ho descritto in questo articolo potrebbero non essere immediatamente chiari. Ecco perché ho pensato di rendere l’informazione più accessibile a tutti, spiegando i termini medici con un linguaggio più semplice.

  • -Travaglio Prolungato e Arresto del Travaglio: Il travaglio è il processo che porta alla nascita del bambino. A volte può durare più del previsto (travaglio prolungato) o fermarsi (arresto del travaglio). Questo può richiedere l’intervento del medico per aiutare la nascita.
  • -Dilatazione Cervicale: Si riferisce ad una parte del corpo della donna, il collo dell’utero, che si deve allargare per permettere la nascita del bambino. Normalmente, questo processo avviene gradualmente durante il travaglio.
  • -Fase Latente e Fase Attiva: Il travaglio si divide in due fasi. La fase latente è la fase iniziale, quando il collo dell’utero comincia a dilatarsi lentamente. La fase attiva inizia quando il collo dell’utero supera i 4/5 cm di dilatazione e il processo di nascita accelera.
  • -Presentazioni Anomale del Bambino: A volte il bambino non si trova nella posizione ottimale per il parto. Questo può includere situazioni come quando il bambino è seduto (podalico) o guarda verso l’addome della madre (facciale).
  • -Sproporzione Cefalo-Pelvica: Si verifica quando la testa del bambino è troppo grande per passare attraverso il bacino della madre. Questo può rendere il parto più difficile.
  • -Contrazioni Uterine: Durante il travaglio, l’utero si contrae per aiutare a spingere il bambino fuori. A volte queste contrazioni non sono sufficientemente forti per far avanzare il parto.
  • -Ossitocina: È un ormone che viene a volte utilizzato per stimolare le contrazioni uterine durante il travaglio.
  • -Amniotomia: Questo termine si riferisce ad una procedura che può essere utilizzata per accelerare il travaglio e si intende la rottura artificiale delle membrane intorno al bambino: le membrane sono amnios e corion che vanno a costituire il sacco amniotico pieno di liquido in cui il bambino cresce protetto per tutta la durata della gravidanza.
  • -Parto Operativo e Cesareo: Si riferiscono a metodi di parto assistiti da strumenti medici (forcipe o ventosa ostetrica) o attraverso interventi chirurgici (episiotomia, taglio cesareo) per aiutare la nascita del bambino quando il travaglio naturale non procede come dovrebbe.
  • -Malasanità: Si riferisce a errori o negligenze nella cura medica. Se una madre sospetta che lei o il suo bambino abbiano subito danni a causa di malasanità, è importante consultare un legale per valutare le opzioni.

8. Cosa Fare in caso di Danni da Malasanità al Neonato

Affrontare le conseguenze di un’esperienza negativa durante il parto può essere veramente difficile per una mamma, specialmente se sospetti che il danno sia causato da negligenza medica. Se ritieni che tu o il tuo bambino abbiate subito danni a causa di malasanità, ci sono alcuni passaggi importanti che puoi seguire:

  • -Documentazione Dettagliata: Raccogli testimonianze utili e conserva tutte le registrazioni e i documenti relativi al trattamento, come cartelle cliniche, prescrizioni, referti di esami e qualsiasi comunicazione avuta con i professionisti sanitari coinvolti.
  • -Cronologia degli Eventi: Scrivi una cronologia dettagliata degli eventi, comprese le date delle visite, i nomi dei medici e del personale sanitario coinvolti, le discussioni avute e le tue sensazioni fisiche e emotive in quel momento.
  • -Consulenza Legale Specializzata: La prima cosa da fare è cercare la consulenza di un avvocato specializzato in casi di negligenza medica. Un avvocato con esperienza in questo settore sarà in grado di valutare il tuo caso e guidarti attraverso il processo legale.
  • -Rispetto dei Tempi: Sii consapevole che i casi di negligenza medica possono richiedere tempo per essere risolti. Segui i consigli del tuo avvocato e mantieni una comunicazione costante per rimanere aggiornato sullo stato del tuo caso.
  • -Supporto Medico-Legale: È importante che il tuo avvocato lavori a stretto contatto con esperti medici, come neonatologi e ginecologi, per comprendere tutti gli aspetti del tuo caso. Questo team multidisciplinare potrà fornirti una valutazione indipendente e accurata del danno subito e delle eventuali responsabilità mediche.
  • -Non Cercare lo Scontro: Evita di confrontarti direttamente con i medici o le strutture coinvolte fino a quando non hai ricevuto consulenza legale, richiedi soltanto la documentazione relativa al tuo caso senza specificare la motivazione e mantieni il riserbo sul tuo caso, soprattutto sui social, finché non è risolto.
  • -Valutazione dei Diritti al Risarcimento: Gli esperti legali e medici esamineranno il tuo caso per stabilire se hai diritto a un risarcimento per i danni subiti da te e dalla tua famiglia. Questo può includere danni fisici, emotivi, e le spese mediche sostenute a causa della negligenza.
  • -Nessun Costo Iniziale: Cerca studi legali che offrano una valutazione iniziale gratuita del tuo caso. Alcuni studi legali non richiedono un pagamento fino a quando non si ottiene un risarcimento, riducendo lo stress finanziario iniziale.

-Importanza di Agire Tempestivamente: Agire in fretta è cruciale in questi casi, poiché esistono termini di prescrizione legali che limitano il tempo disponibile per intraprendere azioni legali in casi di negligenza medica.

Sentiti libera di discutere qualsiasi preoccupazione o domanda tu abbia con i professionisti che scegli di consultare. La tua salute e quella del tuo bambino sono di massima importanza.

Author

  • Prof. Dott. De Felice Giovanni

    Prof. Dott. Giovanni de Felice Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Specialista in Endocrinologia e Sterilità Coniugale, Già docente presso la Scuola Medica Ospedaliera per la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, Già primario e responsabile del modulo di ostetricia presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma.

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Prof. Dott. De Felice Giovanni

Prof. Dott. Giovanni de Felice Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Specialista in Endocrinologia e Sterilità Coniugale, Già docente presso la Scuola Medica Ospedaliera per la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, Già primario e responsabile del modulo di ostetricia presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma.

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  • Prof. Dott. De Felice Giovanni

    Prof. Dott. Giovanni de Felice Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Specialista in Endocrinologia e Sterilità Coniugale, Già docente presso la Scuola Medica Ospedaliera per la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia, Già primario e responsabile del modulo di ostetricia presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma.

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