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Distocia di spalla e lesioni del plesso branchiale, risarcimento danni

Distocia di spalla

La distocia di spalla generalmente si verifica quando la spalla del bambino rimane bloccata dietro a un osso del bacino della madre. Questa condizione può apportare diverse importanti lesioni al bambino, in primis le lesioni del plesso brachiale e la paralisi di Erb. Queste complicazioni avvengono quando i nervi del collo e della spalla del bambino si allungano o si strappano, il che causa debolezza o paralisi del braccio, che può addirittura essere permanente.

Per evitare queste lesioni non si dovrebbero mai applicare forze o trazioni eccessive al bambino durante il parto.

Fattori di rischio di distocia di spalla

Esistono alcune condizioni che aumentano il rischio di distocia della spalla, ovvero:

  • Parto precedente con distocia delle spalle
  • Diabete gestazionale, o comunque storia personale o familiare di diabete
  • Macrosomia (bambino grande) o precedente parto con bambino macrosomico
  • Gravidanza oltre il termine
  • Travaglio prolungato o arrestato
  • Preeclampsia
  • Sproporzione cefalopelvica, che si verifica quando il bambino è più grande rispetto alle dimensioni del bacino della madre
  • Utilizzo della ventosa ostetrica
  • Stimolazione del parto con ossitocina
  • Obesità materna, o comunque aumento della stessa di oltre 16 kg durante la gravidanza
  • Età materna superiore a 35 anni

 

Corretta gestione della distocia di spalla

Per evitare che si verifichi nel bambino una distocia di spalla innanzitutto il medico si dovrebbe accertare delle dimensioni del bacino materno in riferimento al peso del bambino, e allo stesso modo si dovrebbe fare un’attenta anamnesi per raccogliere la storia clinica della madre e riscontrare eventuali fattori di rischio.

Nel caso in cui si presentino più fattori di rischio, e soprattutto la macrosomia del bambino o la sproporzione cefalopelvica, andrebbe considerato il parto mediante taglio cesareo, perché il rischio di lesioni permanenti al plesso branchiale progredisce con l’aumento dei fattori di rischio.

Inoltre, durante il parto, mamma e bambino devono essere costantemente monitorati attraverso lo strumento cardiotocografico, per verificare l’insorgenza di sofferenza fetale che, qualora si verificasse, richiederebbe un parto urgente. Infatti, in presenza di carenza d’ossigeno nel bambino, il rischio maggiore è l’encefalopatia ipossico ischemica, della quale abbiamo già parlato.

Il trattamento che solitamente va utilizzato consiste in una serie di manovre messe in atto dal personale sanitario (ginecologo o ostetrica) per disimpegnare la spalla bloccata e facilitare l’espulsione del bambino. Quindi si deve innanzitutto far svuotare la vescica alla mamma, e poi si procede con questi passaggi:

  • manovra di McRoberts: iperflessione e adduzione delle cosce materne
  • pressione sovrapubica in senso laterale per dislocare la spalla arrestata (manovra di Rubin)
  • manovre dirette sul feto di rotazione o di disimpegno della spalla posteriore (manovre di Woods e di Jacquemier)

Distocia della Spalla

Conseguenze della distocia della spalla

La conseguenza che maggiormente va evitata dai medici è quella di ritrovarsi con la testa del bambino fuori dal canale del parto e il corpo ancora dentro, perché l’apporto di ossigeno in questa situazione viene meno. A questo punto alcuni medici effettuano una trazione eccessiva per cercare di velocizzare o forzare l’espulsione del bambino, ma la cosa giusta da fare sarebbe effettuare con sapienza le giuste manovre di “riposizionamento” che abbiamo appena visto, che servono appunto a ruotare il bambino e sbloccare la spalla che è rimasta incagliata, così da favorire il passaggio attraverso il bacino materno.

Se invece viene effettuata una pressione eccessiva sul fondo dell’utero si spingerà ancora di più la spalla contro il bacino materno, rendendo l’espulsione ancora più problematica e favorendo la distocia della spalla. Per questo motivo la manovra di Kristeller è assolutamente da evitare.

Le complicazioni più importanti riscontrate dal neonato sono la frattura della clavicola, l’asfissia, i danni cerebrali, le lesioni del plesso brachiale (per l’estrema soggettività della diagnosi l’incidenza riferita varia dal 4 al 40% dei casi) e, nei casi più gravi e rari, il decesso. Le lesioni generalmente si risolvono entro il primo anno di vita del bambino, ma nel 10-30% dei casi la paralisi diviene permanente. Va comunque precisato che le paralisi del plesso brachiale possono riscontrarsi anche in occasione di parti perfettamente normali e, occasionalmente, di tagli cesarei.

Ma le complicazioni non si verificano soltanto nel bambino: se vengono effettuate manovre sbagliate anche per la madre possono subentrare spiacevoli conseguenze, come l’emorragia post-partum (11%) la rottura dell’utero, la lacerazione del perineo e l’incontinenza fecale dopo il parto.

Se i medici si rendono conto che è avvenuta la distocia della spalla devono agire con tempestività e far nascere il bambino, senza azzardare manovre improvvisate o comunque errate, semmai effettuando il parto cesareo qualora ci si rendesse conto che il bambino non può essere partorito per via vaginale in modo rapido e soprattutto sicuro. Se questo non si verifica e il bambino o la madre dovessero riscontrare delle conseguenze, allora si può parlare di malasanità da parto.

Conclusioni

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