Il Procedimento Legale per il Risarcimento degli Eredi di Luciano

Risarcimento degli Eredi

Topics covered

Risarcimento degli Eredi: dopo un intervento alla colecisti, Luciano ha perso la vita a causa di gravi errori medici. I suoi familiari si sono affidati ad Aiuto Malasanità per ottenere giustizia. Scopri il percorso legale che ha portato al riconoscimento del risarcimento.


Introduzione

Affrontare la perdita di un familiare a causa di negligenze mediche è un dolore difficile da superare, ma è ancora più frustrante quando la struttura sanitaria cerca di negare ogni responsabilità.

Luciano è morto dopo un intervento di colecistectomia laparoscopica a causa di gravi errori medici nella gestione post-operatoria. I suoi familiari, determinati a far luce sulla vicenda, si sono rivolti ad Aiuto Malasanità, che ha seguito tutto il procedimento legale per dimostrare la colpa della struttura sanitaria.

Questo articolo ripercorre l’iter legale, dalla prima richiesta di aiuto fino alla sentenza che ha riconosciuto il diritto al risarcimento per gli eredi.

Indice

  1. Il quadro dei fatti
  2. L’azione legale: dalla richiesta di aiuto alla raccolta delle prove
  3. L’Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) e la CTU: la prova della responsabilità medica
  4. La sentenza e il risarcimento ottenuto dagli eredi
  5. Conclusione

1. Risarcimento degli Eredi: il quadro dei fatti

Luciano, 71 anni, era stato ricoverato per un intervento di colecistectomia laparoscopica, necessario per rimuovere la colecisti a causa di calcoli biliari dolorosi. L’intervento, considerato una procedura di routine, avrebbe dovuto migliorare la sua qualità di vita, ma si è trasformato in una tragedia a causa di gravi negligenze mediche.

Durante l’operazione, i chirurghi hanno lesionato le vie biliari, causando una fuoriuscita di bile nella cavità addominale. Questa complicanza, se diagnosticata tempestivamente, avrebbe potuto essere trattata con successo. Tuttavia, il personale medico ha sottovalutato i sintomi post-operatori, non intervenendo in tempo.

Nei giorni successivi, Luciano ha sviluppato febbre alta, dolore addominale intenso e segni di un’infezione in corso. Nonostante questi segnali allarmanti, non sono stati effettuati immediati esami microbiologici né un’ecografia per valutare la situazione.

Quando finalmente sono stati eseguiti gli accertamenti, l’infezione era già in stadio avanzato ed aveva provocato una peritonite biliare. L’intervento chirurgico per drenare il liquido infetto è stato effettuato troppo tardi e le condizioni di Luciano sono precipitate fino a sfociare in shock settico fatale.

Di fronte ad una morte così improvvisa e drammatica, la famiglia di Luciano ha deciso di rivolgersi ad Aiuto Malasanità, per capire se fosse possibile dimostrare la responsabilità dell’ospedale ed ottenere giustizia per la morte del proprio caro.

Potrebbe interessarti anche il nostro articolo sul risarcimento per danni da malasanità 

2. L’azione legale: dalla richiesta di aiuto alla raccolta delle prove

Dopo il decesso di Luciano, i suoi familiari hanno deciso di rivolgersi ad Aiuto Malasanità per comprendere se fosse possibile ottenere giustizia. Il primo passo è stato quello di studiare attentamente il caso, analizzando la documentazione medica fornita dalla famiglia per verificare la presenza di presupposti per agire contro la struttura ospedaliera.

Ad occuparsi di questa fase sono stati gli avvocati specializzati in responsabilità medica ed i medici legali di Aiuto Malasanità, che hanno esaminato:

  • Le cartelle cliniche, per verificare se l’ospedale avesse rispettato i protocolli di sicurezza durante e dopo l’intervento.
  • Le terapie somministrate, per capire se la gestione del paziente fosse stata adeguata o se vi fossero state omissioni.
  • Esami diagnostici e post-operatori, per individuare eventuali ritardi nella diagnosi e nei trattamenti.

L’elemento chiave per procedere con l’azione legale è stata la verifica di due aspetti fondamentali:

  1. La presenza di imperizia, imprudenza o negligenza da parte dell’ospedale. La revisione della documentazione ha evidenziato che Luciano presentava chiari segni di infezione post-operatoria, ma il personale sanitario ha ignorato i sintomi e ritardato gli accertamenti. Inoltre, l’intervento aveva causato una lesione del coledoco che non era stata riconosciuta tempestivamente.
  2. Il nesso causale tra l’errore medico e il decesso. È stato accertato che la morte di Luciano non è stata una complicanza inevitabile, ma la conseguenza diretta di una gestione sanitaria errata, che ha permesso all’infezione di diffondersi fino a provocare uno shock settico fatale.

Grazie ad un’analisi approfondita, il team di Aiuto Malasanità ha confermato che vi erano le basi per avviare un’azione legale per responsabilità medica nei confronti della struttura ospedaliera. Questa valutazione ha rappresentato il passaggio fondamentale per garantire ai familiari il riconoscimento del loro diritto al risarcimento.

Leggi anche questo articolo sulla responsabilità medica

3. L’Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) e la CTU: la prova della responsabilità medica

Il primo passo dell’azione legale è stato richiedere un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP), con la nomina di un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) incaricato dal tribunale di esaminare il caso.

Il giudice ha chiesto ai Consulenti Tecnici d’Ufficio (CTU) di verificare diversi aspetti cruciali per accertare la responsabilità medica nel caso di Luciano. I quesiti posti ai CTU riguardavano:

  1. Descrizione della cronologia e dei trattamenti: Il giudice ha chiesto ai CTU di ricostruire dettagliatamente il percorso clinico del paziente, verificando se tutti i trattamenti ricevuti fossero stati utili, necessari e indifferibili.
  2. Carattere dell’intervento: Doveva essere chiarito se l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto il paziente fosse una procedura di routine o se presentasse difficoltà tecniche straordinarie che avrebbero richiesto un livello di competenza superiore.
  3. Conformità dell’operato sanitario alle buone pratiche clinico-assistenziali: I CTU dovevano verificare se i medici avessero rispettato le linee guida e le best practices in materia di chirurgia delle vie biliari.
  4. Nesso causale tra l’operato dei sanitari e il decesso del paziente: Il punto centrale della perizia era determinare se la gestione intraoperatoria è stata condotta con imperizia e negligenza, aggravata da un atteggiamento imprudente nel post-operatorio, che ha compromesso ogni possibilità di recupero del paziente, verificando se un trattamento diverso avrebbe potuto evitare l’esito fatale.
  5. Stato di coscienza del paziente nelle fasi successive all’intervento: Il giudice ha chiesto di stabilire se il paziente fosse stato cosciente nelle ore o nei giorni successivi all’operazione, aspetto rilevante per valutare il grado di sofferenza subita.

Questi quesiti sono fondamentali per accertare la colpa dei medici e per determinare il diritto degli eredi ad ottenere un risarcimento per il danno subito.

I periti hanno evidenziato che la colecistectomia viene eseguita comunemente con accesso laparoscopico e che la mortalità derivante da questo tipo di intervento è di circa lo 0,05%. Inoltre, hanno sottolineato che la possibilità di conversione da un intervento laparoscopico a uno laparotomico varia tra il 2% e il 10%, e che tale conversione non è da considerarsi un insuccesso della tecnica, bensì una scelta del chirurgo in presenza di difficoltà anatomiche. Tuttavia, i periti hanno specificato che la gestione intraoperatoria è stata condotta con imperizia e negligenza, aggravata da un atteggiamento imprudente nel post-operatorio, che ha compromesso ogni possibilità di recupero del paziente, poiché:

  • L’atto chirurgico, pur essendo considerato di routine, è stato eseguito in maniera disordinata, con errori tecnici gravi che hanno determinato lesioni multiple e irreversibili.
  • Si è verificata un’emorragia intraoperatoria che non è stata gestita in modo corretto, portando a lesioni estese della via biliare principale, della vena porta e dell’arteria epatica.
  • Il post-operatorio è stato caratterizzato da una mancata intercettazione tempestiva delle complicanze, nonostante il quadro clinico suggerisse la necessità di un immediato intervento correttivo.
  • Il ritardo nell’individuazione e nella gestione dell’emorragia ha compromesso ogni possibilità di recupero del paziente, aggravando il danno fino al decesso.
  • Dopo l’intervento, il paziente è stato trasferito in terapia intensiva in stato di incoscienza. Dalla perizia emerge che è rimasto intubato sin dal termine dell’operazione, senza segnalazioni di ripresa dello stato di coscienza.

Dunque, dalla perizia tecnica sono emerse gravi negligenze sanitarie, tra cui:

  • Lesione del coledoco (dotto biliare fondamentale per la digestione) durante l’intervento che non è stata subito riconosciuta.
  • Mancata diagnosi dell’infezione peritoneale nonostante i sintomi evidenti.
  • Terapia antibiotica inefficace e ritardo negli interventi correttivi che hanno portato alla peritonite biliare e poi alla sepsi.

Il CTU ha stabilito che il decesso di Luciano era evitabile, se solo i medici avessero seguito i protocolli corretti. Questo ha rappresentato la prova decisiva per dimostrare la colpa della struttura sanitaria.

Leggi: Paziente abbandonato in codice giallo

4. La sentenza e il risarcimento ottenuto dagli eredi

Grazie alla consulenza tecnica d’ufficio (CTU), che ha confermato le gravi responsabilità mediche della struttura sanitaria, i legali di Aiuto Malasanità hanno dimostrato che la morte di Luciano non era una semplice complicanza inevitabile, come inizialmente sostenuto dall’ospedale, ma il risultato diretto di una gestione clinica inadeguata e negligente.

I periti hanno evidenziato che il ritardo nella diagnosi della lesione del coledoco e l’omessa gestione tempestiva dell’infezione peritoneale hanno compromesso ogni possibilità di recupero, causando il rapido peggioramento clinico fino allo shock settico. Questo elemento ha rappresentato la chiave per contestare con forza la difesa della struttura sanitaria.

Di fronte a prove così schiaccianti e con una perizia palesemente a sfavore, l’ospedale ha scelto di non affrontare un lungo e incerto processo giudiziario, preferendo raggiungere un accordo transattivo con gli eredi. Questo tipo di accordo ha consentito alla famiglia di ottenere il risarcimento in tempi più rapidi, evitando ulteriore stress e sofferenza emotiva.

Il risarcimento riconosciuto agli eredi ha incluso diverse voci di danno, che sono state quantificate in base alla gravità dell’errore medico e alle sue conseguenze sul paziente e sui familiari:

  • Danno parentale, per il dolore e la sofferenza vissuti dai familiari per la perdita improvvisa e ingiusta di Luciano. Questo tipo di danno ha tenuto conto non solo del legame affettivo, ma anche della gravità del trauma psicologico subito.
  • Danno biologico terminale, relativo alla sofferenza vissuta da Luciano nelle ultime ore di vita, consapevole della gravità delle sue condizioni. Questo tipo di danno tiene conto della percezione del dolore e dell’angoscia provata dal paziente fino al decesso.
  • Danno patrimoniale, per le spese mediche sostenute nel tentativo di curare le complicanze derivanti dall’errore medico e per le spese funerarie.

L’intervento legale ha permesso alla famiglia di ottenere giustizia e un risarcimento proporzionato alla gravità dei fatti. Questo caso sottolinea come, anche di fronte alla complessità dei procedimenti giudiziari legati alla malasanità, affidarsi a un team esperto possa fare la differenza tra restare vittime silenziose di un errore medico o ottenere il riconoscimento dei propri diritti.

La famiglia di Luciano ha potuto affrontare questa difficile battaglia senza costi anticipati grazie alla politica adottata da Aiuto Malasanità, garantendo così un’assistenza accessibile ed efficace. 

5. Conclusione

Il caso di Luciano dimostra che affrontare un errore medico con un’azione legale ben strutturata può portare al riconoscimento della responsabilità sanitaria e al risarcimento per i danni subiti.

Se hai subito un danno o hai perso un familiare a causa di un errore medico, puoi far valere i tuoi diritti con l’aiuto di professionisti esperti.

  • Chiama il Numero Verde 800.100.222 per una prima valutazione gratuita.
  • Compila il modulo online per essere ricontattato da un consulente specializzato.
  • Massima riservatezza garantita: trattiamo ogni caso con la massima discrezione.

Non restare in silenzio. Aiuto Malasanità è al tuo fianco per ottenere il risarcimento che meriti.

Link Utili

Codice Civile (Gazzetta Ufficiale)

Codice Penale (Gazzetta Ufficiale)

www.gazzettaufficiale.it

Author

  • Prof. Dott. De Luca Paolo

    Già Docente Scuola di Specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni Università “La Sapienza”

Author

Prof. Dott. De Luca Paolo

Già Docente Scuola di Specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni Università “La Sapienza”

Author

Prof. Dott. De Luca Paolo

Author

  • Prof. Dott. De Luca Paolo

    Già Docente Scuola di Specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni Università “La Sapienza”

Lascia i tuoi dati, raccontaci brevemente il tuo caso e ti ricontatteremo al più presto

dal nostro blog
Articoli Utili

Ogni settimana publichiamo articoli utili a capire come ottenere giustizia.