Le infezioni nosocomiali, o infezioni ospedaliere, rappresentano una delle complicazioni più serie che possono verificarsi durante la degenza in ospedale. Queste infezioni, che possono insorgere entro 48 ore dall’ingresso in ospedale, sono spesso indice di una scarsa qualità del servizio sanitario e dell’abuso di antibiotici, che rende alcuni batteri più resistenti ai trattamenti. In Italia, la situazione delle infezioni ospedaliere è preoccupante: colpiscono soprattutto pazienti immunocompromessi o sottoposti a procedure invasive, in ambienti dove il passaggio di microrganismi è frequente tra pazienti, operatori sanitari e visitatori.
In questo articolo, esploreremo quali sono le principali infezioni nosocomiali, come prevenirle e cosa fare se pensi di aver subito un danno. Se hai bisogno di informazioni sul risarcimento per infezioni ospedaliere in Italia, continua a leggere per scoprire come proteggerti e quali passi intraprendere.
Argomenti Trattati
- Cosa sono le Infezioni Nosocomiali
- Diagnosi e Trattamento delle Infezioni Nosocomiali
- Statistiche sulle ICA e Situazione in Italia
- Esempi Concreti di Casi di Infezioni Nosocomiali
- Come Prevenire le Infezioni Nosocomiali
- Risarcimento per Infezioni Ospedaliere in Italia
1.Cosa sono le Infezioni Nosocomiali
Le infezioni nosocomiali, conosciute anche come infezioni ospedaliere, sono quelle infezioni che i pazienti contraggono all’interno degli ospedali o altre strutture sanitarie, durante il loro soggiorno per il trattamento di altre condizioni. Queste infezioni possono manifestarsi già entro le prime 48 ore dal ricovero, ma possono anche insorgere durante la degenza o dopo la dimissione del paziente, a seconda della natura dell’infezione e delle condizioni del paziente.
Caratteristiche delle Infezioni Nosocomiali: Le infezioni nosocomiali possono colpire qualsiasi parte del corpo, ma sono più comuni in alcune aree come le vie urinarie, i polmoni, le ferite chirurgiche e il sangue. La gravità dell’infezione può variare notevolmente, da infezioni lievi a condizioni potenzialmente letali. La suscettibilità a queste infezioni dipende da diversi fattori, tra cui l’età del paziente, lo stato immunitario, la durata della degenza ospedaliera e il tipo di procedure mediche a cui sono stati sottoposti.
Cause e Fattori di Rischio: Le cause principali delle infezioni nosocomiali sono i microrganismi patogeni, che includono batteri, virus, funghi e parassiti. L’uso massiccio e talvolta inappropriato di antibiotici ha contribuito alla diffusione di ceppi di microrganismi resistenti ai farmaci, complicando ulteriormente il trattamento delle infezioni. Questi patogeni possono essere trasmessi attraverso diverse vie, inclusi il contatto diretto con personale sanitario infetto, l’uso di strumenti medici non sterili, o tramite l’aria e superfici contaminate.
Esposizione e Prevenzione: I pazienti più a rischio di contrarre infezioni nosocomiali includono quelli immunocompromessi, come i malati di cancro, i trapiantati di organi, i neonati e gli anziani. Anche i pazienti sottoposti a trattamenti invasivi come cateteri urinari, ventilazione meccanica o interventi chirurgici sono particolarmente vulnerabili. Per prevenire le infezioni nosocomiali, è fondamentale l’adozione di pratiche igieniche rigorose, come il lavaggio delle mani, la sterilizzazione degli strumenti medici e il controllo delle infezioni attraverso protocolli ospedalieri rigorosi.
Impatto delle Infezioni Nosocomiali: Le infezioni nosocomiali non solo rappresentano un grave problema di salute per i pazienti, ma comportano anche costi significativi per il sistema sanitario. La gestione delle infezioni può prolungare la degenza ospedaliera, richiedere trattamenti medici aggiuntivi e comportare un notevole impatto economico sia per il paziente che per le strutture sanitarie. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevenzione delle infezioni nosocomiali attraverso misure efficaci può ridurre significativamente l’incidenza di queste infezioni, migliorando gli esiti clinici e riducendo i costi associati.
Se sospetti di aver contratto un’infezione nosocomiale è importante rivolgersi ad un medico e valutare la possibilità di richiedere un risarcimento per eventuali danni subiti.
2.Diagnosi e Trattamento delle Infezioni Nosocomiali
Le infezioni nosocomiali, anche conosciute come infezioni correlate all’assistenza sanitaria, si verificano durante il ricovero e non erano presenti, né in incubazione, al momento dell’ammissione del paziente nella struttura ospedaliera. Per affrontare efficacemente le infezioni nosocomiali, è fondamentale una diagnosi accurata e un trattamento tempestivo, seguendo rigorosamente le linee guida cliniche stabilite da organismi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC).
2.1 Diagnosi delle Infezioni Nosocomiali
-Valutazione Clinica: La diagnosi delle infezioni nosocomiali inizia con una valutazione clinica dettagliata. I medici devono esaminare attentamente i sintomi del paziente, la loro storia clinica, e qualsiasi procedura medica recente che potrebbe aver aumentato il rischio di infezione. Ad esempio, i pazienti che hanno subito interventi chirurgici, che sono stati intubati, o che hanno dispositivi medici come cateteri, sono particolarmente a rischio.
-Test di Laboratorio: Una volta identificati i sintomi, è essenziale confermare la presenza di un’infezione attraverso test di laboratorio. Questi test possono includere:
- Emocolture: Utilizzate per rilevare batteriemia o sepsi.
- Urinocolture: Fondamentali per diagnosticare infezioni del tratto urinario.
- Tamponi e Colture di Ferite: Utili per identificare infezioni della pelle e dei tessuti molli.
- Esami di Imaging: Come radiografie o TAC, che possono aiutare a individuare infezioni profonde come la polmonite.
Il patogeno responsabile deve essere identificato per garantire che il trattamento sia mirato ed efficace.
2.2 Il Trattamento delle Infezioni Nosocomiali
-Uso di Antibiotici Specifici: Il trattamento delle infezioni nosocomiali spesso richiede l’uso di antibiotici specifici. La scelta dell’antibiotico dipende dal tipo di patogeno identificato e dalla sua resistenza agli antibiotici. È cruciale utilizzare antibiotici mirati per evitare l’insorgenza di resistenze. Gli antibiotici devono essere somministrati per un periodo adeguato e sotto stretta supervisione medica.
-Rimozione di Dispositivi Medici Contaminati: Dispositivi medici contaminati, come cateteri urinari o centrali, devono essere rimossi o sostituiti prontamente per prevenire ulteriori infezioni. La rimozione di questi dispositivi può ridurre significativamente il rischio di infezioni gravi.
-Monitoraggio delle Condizioni del Paziente: Il monitoraggio costante delle condizioni del paziente è essenziale per valutare l’efficacia del trattamento e per rilevare eventuali complicanze. Questo può includere controlli regolari dei segni vitali, esami di laboratorio ripetuti, e valutazioni cliniche frequenti. La risposta del paziente al trattamento deve essere monitorata per effettuare eventuali aggiustamenti terapeutici necessari.
2.3 Linee Guida Cliniche dell’OMS e dell’ECDC
Le Linee Guida dell’OMS e le Linee Guida dell’ECDC forniscono raccomandazioni basate su evidenze per la gestione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA). Queste linee guida includono:
- Protocolli di Igiene: Lavaggio delle mani e utilizzo di dispositivi di protezione individuale.
- Uso Prudente degli Antibiotici: Politiche di antibiotico-terapia per prevenire la resistenza.
- Gestione dei Dispositivi Medici: Procedure per l’inserimento, la manutenzione, e la rimozione sicura dei dispositivi.
- Isolamento e Precauzioni per i Pazienti Infetti: Misure per prevenire la trasmissione crociata di patogeni tra pazienti e personale sanitario.
La diagnosi e il trattamento delle infezioni nosocomiali richiedono un approccio multidisciplinare e il rispetto delle linee guida internazionali. Attraverso una valutazione clinica dettagliata, l’uso di test di laboratorio per identificare il patogeno responsabile, e l’applicazione di trattamenti mirati, è possibile gestire efficacemente queste infezioni. Seguendo le raccomandazioni dell’OMS e dell’ECDC si può ridurre l’incidenza delle infezioni nosocomiali e migliorare la sicurezza dei pazienti negli ambienti ospedalieri.
Per assistenza nel caso di infezioni nosocomiali, vi invitiamo a contattarci al nostro numero verde 800.100.222. Siamo qui per supportarvi e fornirvi tutte le risorse necessarie.
3.Statistiche sulle ICA e Situazione in Italia
Dal 2011 il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), coordina gli studi sulle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) e sull’uso di antimicrobici negli ospedali per acuti anche con lo scopo di:
- stimarne i numeri nell’UE,
- aumentare la consapevolezza sulle ICA e sull’uso di antimicrobici negli ospedali per acuti
- identificare i problemi comuni nei Paesi dell’Unione europea
- stabilire delle strategie standardizzate
Gli ospedali per acuti rimangono ancora oggi il luogo in cui i pazienti critici vengono ricoverati più frequentemente e dove viene eseguita la maggior parte delle procedure mediche invasive. Per questo motivo, la sorveglianza attiva delle ICA in queste strutture è raccomandata in tutto il mondo, in quanto strumento essenziale ed efficace per la prevenzione e il controllo delle infezioni nosocomiali.
A marzo 2024, l’ECDC ha pubblicato il rapporto annuale sulle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) nelle Unità di Terapia Intensiva dei Paesi dell’Unione europea. I dati mostrano che, nel 2020, il 12,7% dei pazienti ricoverati in Terapia Intensiva per più di due giorni ha acquisito almeno un’infezione associata all’assistenza sanitaria. Le infezioni più frequentemente riportate nelle Unità di Terapia Intensiva dei Paesi dell’Unione europea nell’anno 2020 sono risultate: respiratorie (8%), infezioni del sangue (batteriemie) (6%), urinarie (3%). Il 71% delle polmoniti erano associate a intubazione, il 38% delle batteriemie a catetere venoso centrale, e il 95% delle infezioni delle vie urinarie a pazienti portatori di catetere urinario. I microrganismi più frequentemente isolati sono stati: Pseudomonas aeruginosa nelle polmoniti (21,1%), Escherichia coli nelle infezioni associate a catetere urinario (27,9%) e Stafilococcus spp. nelle batteriemie (26,7%). Per approfondire visita la pagina dedicata sul sito dell’ECDC.
Come riportato dall’ISS, l’ultimo studio sulle ICA negli ospedali per acuti in Italia è stato condotto a novembre 2022. La sorveglianza ha incluso 60.404 pazienti di cui il 60,30% portatore di almeno un dispositivo invasivo il giorno dello studio. I dati mostrano che, nel 2022, l’8,8% dei pazienti ricoverati ha acquisito almeno un’infezione associata all’assistenza sanitaria. Le infezioni più frequentemente riportate negli ospedali per acuti in Italia nell’anno 2022 sono state: infezioni del basso tratto respiratorio (19,2%), batteriemie (18,8%), urinarie (17,1%), COVID-19 (16,3%) e infezioni del sito chirurgico (10,5%). Nei pazienti non COVID-19, i microrganismi più frequentemente isolati sono stati: Escherichia coli (11,7%), Klebsiella pneumoniae (11,6%), Pseudomonas aeruginosa (8,2%). Infine i pazienti con almeno un trattamento antibiotico sono risultati il 41,67% del totale. Per approfondire visita la pagina dedicata sul sito dell’ISS.
Leggi: Infezioni ospedaliere e risarcimento danni
4.Esempi Concreti di Casi di Infezioni Nosocomiali
4.1 Infezione da Escherichia coli
Un paziente di 68 anni, sottoposto a un intervento chirurgico per la riparazione di un’ernia inguinale, ha sviluppato un’infezione da Escherichia coli durante il ricovero ospedaliero. Il paziente è stato cateterizzato durante il post-operatorio per monitorare la diuresi e facilitare il recupero. Tuttavia, pochi giorni dopo l’intervento, il paziente ha manifestato sintomi di infezione. I sintomi presentati dal paziente erano: febbre alta, bruciore durante la minzione e urine torbide, successivamente diagnosticate come infezione da Escherichia coli.
L’intervento di riparazione dell’ernia inguinale è stato eseguito senza complicazioni apparenti. La procedura, considerata di routine, ha coinvolto l’uso di anestesia generale e il posizionamento di un catetere vescicale per gestire il drenaggio urinario durante il periodo post-operatorio.
L’infezione da E. coli è spesso legata a pratiche di igiene insufficienti o a contaminazioni durante il processo di cateterizzazione. In questo caso specifico, si sospetta che la contaminazione del catetere durante la sua manutenzione abbia facilitato l’ingresso del batterio nelle vie urinarie del paziente.
La diagnosi è stata effettuata tramite esame delle urine, che ha rivelato la presenza di E. coli. Successivamente, una coltura delle urine ha confermato la tipologia di batterio e la sua sensibilità agli antibiotici.
Il trattamento è consistito nell’uso di antibiotici mirati, selezionati sulla base della sensibilità del batterio. Il paziente ha ricevuto una terapia antibiotica endovenosa per una settimana, seguita da una terapia orale per ulteriori due settimane.
Grazie ad un attento monitoraggio post-operatorio si sono evitate complicanze ben peggiori di un prolungamento della degenza ospedaliera, come ad esempio la sepsi, un’infezione generalizzata potenzialmente letale o l’insufficienza renale, causata dalla diffusione dell’infezione ai reni.
4.2 Infezione da Staphylococcus aureus
Le infezioni post-operatorie rappresentano una complicanza significativa negli interventi chirurgici, specialmente quando si tratta dell’installazione di protesi. Uno dei patogeni più comuni e pericolosi in questi contesti è lo Staphylococcus aureus.
Una paziente di 55 anni, sottoposta ad intervento chirurgico per l’installazione di una protesi dell’anca, ha sviluppato un’infezione da Staphylococcus aureus, pochi giorni dopo l’intervento, presentando secrezioni purulente dalla ferita e febbre alta.
La paziente è stata monitorata durante il periodo post-operatorio e sono state seguite le normali procedure di cura delle ferite e gestione del dolore. In questo caso, la contaminazione potrebbe essere avvenuta durante l’installazione della protesi, facilitata dal sistema immunitario già compromesso della donna.
La diagnosi è stata effettuata tramite esami del sangue e una coltura della secrezione della ferita. Per valutare l’estensione dell’infezione sono state utilizzate radiografie e altre immagini diagnostiche che hanno evidenziato la necessità di rimozione della protesi infetta, la pulizia chirurgica della zona infetta per rimuovere il tessuto contaminato e la sostituzione con una nuova protesi con un prolungato periodo di recupero e riabilitazione.
4.3 Infezione da Klebsiella pseumoniae
Klebsiella pneumoniae, un batterio noto per la sua resistenza agli antibiotici, può causare infezioni gravi, come la polmonite, con un tasso di mortalità che può arrivare al 50%.
Giovanni, 76 anni, è stato ricoverato in ospedale per un intervento di sostituzione dell’anca, un’operazione necessaria a causa della sua artrite avanzata. Sebbene l’intervento fosse riuscito, la sua degenza ha preso una piega inaspettata e tragica a causa di un’infezione da Klebsiella pneumoniae.
In seguito all’operazione, Giovanni è stato trasferito nel reparto di recupero post-operatorio e dopo qualche giorno, ha iniziato a sentirsi sempre più debole. La sua temperatura corporea è salita, ha iniziato a tossire e a provare dolore al petto.
Nel caso di Giovanni, probabilmente la contaminazione è avvenuta attraverso le attrezzature mediche o le superfici dell’ospedale.
Giovanni presentava diversi fattori di rischio che lo rendevano particolarmente vulnerabile:
- Età avanzata: il suo sistema immunitario non era più efficiente come una volta.
- Malattie croniche: Il diabete di tipo 2 di Giovanni comprometteva ulteriormente la sua capacità di combattere le infezioni.
- Prolungata degenza ospedaliera: La lunga permanenza in ospedale aumentava il rischio di infezioni.
- Cateterizzazione: Durante il ricovero, Giovanni era stato cateterizzato, aprendo un’altra possibile via d’ingresso per i batteri.
Non ci volle molto perché i sintomi peggiorassero. Giovanni iniziò a manifestare febbre alta persistente, tosse con espettorato verdastro, difficoltà respiratorie sempre più gravi, affaticamento estremo e confusione.
Gli esami del sangue mostrarono globuli bianchi elevati, segno di un’infezione in corso. Una radiografia del torace rivelò infiltrati polmonari bilaterali, mentre una coltura dell’espettorato confermò la presenza di Klebsiella pneumoniae, resistente a molti antibiotici comuni.
I medici iniziarono immediatamente una terapia antibiotica con carbapenemi, poiché i batteri erano resistenti alla maggior parte degli altri antibiotici. Giovanni fu trasferito in terapia intensiva, dove ricevette ossigenoterapia e supporto ventilatorio. Nonostante queste misure aggressive, l’infezione non accennava a diminuire.
Dopo una settimana di cure intensive, la situazione di Giovanni peggiorò drasticamente. La polmonite si trasformò in una grave insufficienza respiratoria. L’infezione si diffuse ulteriormente, causando sepsi e insufficienza multiorgano. Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi medici, Giovanni non riuscì a superare l’infezione e morì a causa della grave insufficienza respiratoria.
La storia di Giovanni è un tragico esempio di quanto possono essere pericolose le infezioni nosocomiali, specialmente quelle causate da batteri resistenti come Klebsiella pneumoniae. Questo caso sottolinea l’importanza di pratiche igieniche rigorose, una gestione attenta dei pazienti e una vigilanza costante per prevenire tali infezioni.
5.Come Prevenire le Infezioni Nosocomiali
Prevenire queste infezioni è fondamentale per garantire la sicurezza dei pazienti e migliorare gli esiti clinici. Le infezioni nosocomiali non solo aumentano la mortalità e la morbilità dei pazienti, ma comportano anche costi aggiuntivi per il sistema sanitario. La prevenzione è quindi essenziale per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e ridurre i costi. L’igiene delle mani è la misura preventiva più semplice ed efficace per ridurre la trasmissione di infezioni. Le Linee Guida raccomandano di:
- Lavarsi le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi.
- Utilizzare disinfettanti a base di alcol quando l’acqua e il sapone non sono disponibili.
- Assicurarsi di lavarsi le mani prima e dopo il contatto con ogni paziente, dopo aver toccato superfici potenzialmente contaminate e dopo aver rimosso i guanti.
- Procedure rigorose di sterilizzazione e disinfezione di strumenti e superfici
- Uso appropriato degli antibiotici, per evitare lo sviluppo di antibiotico-resistenza
- Isolamento dei pazienti infetti, per evitare la trasmissione del patogeno e la diffusione di un focolaio
- Programmi di formazione del personale sanitario
- Monitoraggio e analisi dei dati delle infezioni
Soltanto utilizzando queste buone pratiche si possono ridurre significativamente il rischio di infezioni nosocomiali e migliorare la sicurezza dei pazienti.
6.Risarcimento per Infezioni Ospedaliere in Italia
Se hai contratto un’infezione nosocomiale a causa di negligenza o scarsa igiene in ospedale, potresti avere diritto a un risarcimento. Il team di avvocati specializzati in malasanità può aiutarti a valutare il tuo caso e ottenere il risarcimento per infezioni ospedaliere in Italia. Se pensi di aver subito un danno a causa di un’infezione contratta in ospedale, contatta oggi stesso Aiuto Malasanità per una consulenza gratuita al numero verde 800.100.222.
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