Come abbiamo raccontato nel precedente articolo, che approfondiva le infezioni ospedaliere o nosocomiali da stafilococco, ogni anno, su un totale di 9.500.000 ricoveri, sono circa 500.000 le persone che contraggono un’infezione in ospedale, e un buon 5% degli ospedalizzati muore per via di un’infezione contratta nelle strutture sanitarie.
La a contaminazioni involontarie spesso vengono provocate dal personale sanitario o da errori nel processo di sterilizzazione dei presidi sanitari o da batteri presenti negli ambienti non puliti adeguatamente. Spesso la persona subisce danni permanenti alla salute, proprio per le conseguenze delle infezioni e non a causa delle malattie o degli interventi chirurgici per cui si era stati ricoverati.
Ci si può accorgere di aver contratto l’infezione sia durante la degenza in ospedale che dopo le dimissioni del paziente. Le infezioni ospedaliere inoltre non coinvolgono soltanto i pazienti: stando ai dati riguardano anche il personale sanitario o i parenti dei degenti.
Infezioni ospedaliere o nosocomiali: come si contraggono
I soggetti che maggiormente debbono prestare cautela e non esporsi alle situazioni di rischio sono quelle appartenenti a questa categorie:
- Persone affette da altre infezioni o gravi patologie (tumori, immunodeficienza, diabete, anemia, cardiopatie, insufficienza renale);
- Neonati, bambini e anziani;
- Persone colpite da malnutrizione;
- Persone con ustioni o traumi;
- Persone con alterazioni dello stato di coscienza;
- Persone che hanno subito trapianti di organi.
Pertanto queste persone devono possibilmente esimersi dalla permanenza in ospedale se non strettamente necessario, perché le infezioni nosocomiali sono trasmissibili attraverso questi canali:
- il contatto diretto tra una persona sana e una infetta, soprattutto tramite le mani;
- il contatto indiretto attraverso uno strumento medico contaminato;
- il contatto tramite la saliva (tosse o starnuti) di una persona infetta, qualora la persona si trovi a meno di 50 cm di distanza;
- per via aerea, attraverso microrganismi che sopravvivono nell’aria e vengono trasmessi a distanza;
- il contatto con cibo, sangue, liquidi di infusione, disinfettanti, ecc. contaminati.
Infezione da streptococco: cos’è e come si contrae
Esistono molti tipi diversi di streptococchi e le infezioni variano in base alla gravità delle infezioni, ma generalmente colpiscono alla gola e inducono il soggetto infetto a sviluppare la polmonite.
Gli streptococchi sono divisi in due gruppi:
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- Streptococchi alfa (α)
- Streptococchi beta (β)
Streptococchi α emolitici
Questo è il gruppo più comune, e spesso molti ceppi vivono naturalmente negli esseri umani senza causare sintomi. A loro volta gli streptococchi α-emolitici sono suddivisi in due gruppi:
- Streptococco pneumoniae: si trova solitamente sulla superficie della pelle e all’interno della gola e contagia sia adulti che bambini. La trasmissione è semplice, infatti bastano un colpo di tosse o uno starnuto. Le infezioni minori (tipo sinusite o infezioni all’orecchio medio) possono essere trattate con antibiotici e solitamente si risolvono senza troppe difficoltà. Ma si possono riscontrare anche infezioni più invasive, quali polmoniti, meningiti o batteriemie. Le persone più soggette sono i neonati e gli anziani, ma anche i soggetti con sistema immunitario debole.
- Streptococco viridians: Questo gruppo di streptococchi si trova più spesso nella bocca, nell’intestino e nella regione genitale. Le infezioni da streptococco viridians più gravi si verificano quando i batteri entrano in altre regioni del corpo, ad esempio nel flusso sanguigno attraverso il quale possono causare endocardite (infezione al cuore). Per questo i soggetti con valvole cardiache danneggiate o anomalie cardiache e sistemi immunitari compromessi sono particolarmente a rischio.
Streptococchi β-emolitici
Anche gli streptococchi β-emolitici si dividono in due gruppi:
- Streptococco pyogenes : viene trasmesso attraverso tosse e starnuti, e può essere non invasivo (non diffuso nel sangue) o invasivo (diffuso nel sangue e in altri siti del corpo). Quando l’infezione non è invasiva può causare mal di gola, impetigine (infezione contagiosa della pelle che causa piaghe e vesciche) e scarlattina, una malattia infettiva che causa mal di gola e un rash cutaneo caratteristico. Se invece il batterio arriva al sangue le infezioni diventano invasive causando polmonite, batteriemia o fascite necrotizzante.
- Streptococco agalactiae: di solito vive in modo innocuo all’interno dell’apparato digerente e dei genitali femminili, e quindi la trasmissione avviene per via sessuale o da madre a figlio durante la nascita. Infatti lo streptococco β-emolitico di gruppo B tende a colpire solo i neonati, poiché la maggior parte delle persone entra in contatto molto presto con il batterio, sviluppando ha sviluppa un’immunità naturale. I sintomi di infezione da streptococco β-emolitico di gruppo B in un neonato includono: ipotonia, mancanza si appetito, temperatura corporea insolitamente alta o bassa e battito cardiaco insolitamente veloce o lento. Se nel neonato le infezioni non vengono trattate possono anche portare a condizioni molto più gravi come la meningite e la polmonite.
Per questo motivo alle donne che giungono alla fine della gravidanza vanno eseguiti i tamponi rettali e vaginali, così da sapere in anticipo se la madre è infetta. Gli operatori sanitari devono in caso adottare misure particolari durante il parto e dopo la nascita, così da evitare che i neonati vengano infettati da Streptococco.
Risarcimento danni per infezioni ospedaliere o nosocomiali
Ovviamente la prima cosa da fare saranno delle indagini, condotte da esperti medici legali (e non quindi da un avvocato qualsiasi ma da un team di esperti in casi di malasanità), che attestino che l’infezione è stata contratta in ospedale. Una volta accertato questo si può procedere con la richiesta risarcitoria.
Il Ministero della Salute ci informa di quanto segue:
Generalmente la procedura risarcitoria per danni causati da infezioni ospedaliere si conclude in maniera veloce. Il rischio di contrarre un’infezione in ospedale è connesso all’attività sanitaria, alle norme di igiene e alla corretta esecuzione dei protocolli, per cui le compagnie assicurative degli ospedali sono solitamente più propense ad una risoluzione veloce delle pratiche risarcitorie, giusto evitare ulteriori conseguenze giudiziali.
Le vittime di infezioni ospedaliere hanno 10 anni di tempo per chiedere il risarcimento, che però decorrono dal momento in cui si prende atto dell’infezione. Per approfondire quelli che sono i tempo di prescrizione ti rimandiamo all’articolo: Prescrizione risarcimento danni: cosa cambia con la nuova legge Gelli
Aiuto Malasanità dispone di un team di avvocati e medici legali esperti in danni da malasanità, che saprà dirti se hai diritto a un risarcimento danni.
Leggi anche “Avvocato malasanità: come scegliere quello giusto (risarcimento danni)“
Non dovrai mai pagare alcun costo se prima non otterrai il risarcimento: anche le visite specialistiche saranno a nostro carico.